Il bilancio di sostenibilità è uno strumento strategico che permette alle aziende di comunicare in modo trasparente e strutturato il proprio impatto ambientale, sociale e di governance (ESG). In un contesto regolatorio europeo in rapida evoluzione, comprendere chi è obbligato a redigerlo e con quali tempistiche è fondamentale per imprenditori, sustainability manager e consulenti ESG.
1. Cos’è il bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità, noto anche come report ESG o report non finanziario, è un documento che fotografa in modo sistematico e trasparente le performance ambientali (E), sociali (S) e di governance (G) di un’organizzazione. Non si tratta di una semplice raccolta di dati ambientali, ma di una narrazione coerente e strutturata che integra gli aspetti ESG nella strategia aziendale complessiva.
A differenza dei tradizionali bilanci finanziari, il bilancio di sostenibilità non misura solo i risultati economici, ma analizza la creazione di valore nel lungo termine, considerando l’impatto dell’azienda su persone, ambiente e società. Include informazioni su emissioni di gas serra, gestione delle risorse naturali, condizioni di lavoro, diritti umani, inclusione e diversità, governance aziendale, etica e trasparenza.
Il documento non è rivolto solo a stakeholder interni, come il consiglio di amministrazione o i dipendenti, ma anche a una platea sempre più ampia: investitori, clienti, fornitori, enti regolatori e comunità locali. In un’epoca in cui la reputazione e la sostenibilità sono fattori chiave per la competitività, il bilancio di sostenibilità diventa uno strumento essenziale per guadagnare fiducia, accedere a finanziamenti e posizionarsi come attori responsabili e lungimiranti nel proprio settore.
Esistono diversi standard di riferimento per la redazione di un bilancio di sostenibilità, tra cui i GRI Standards (Global Reporting Initiative), i SASB (Sustainability Accounting Standards Board) e, più recentemente, gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) promossi dall’UE. Questi standard aiutano le aziende a strutturare il report secondo principi comuni, garantendo confrontabilità, affidabilità e trasparenza dei dati comunicati.
Il processo di redazione di un bilancio di sostenibilità inizia tipicamente con un’analisi di materialità, che serve a identificare gli impatti e i temi ESG più rilevanti per l’azienda e i suoi stakeholder. A seguire, vengono raccolti i dati interni ed esterni, definiti gli indicatori di performance (KPI), e redatto il documento finale che integra narrazione, obiettivi, risultati e piani futuri.
In sintesi, il bilancio di sostenibilità è oggi uno strumento imprescindibile per chiunque voglia gestire in modo professionale e proattivo le tematiche ESG, nonché prepararsi agli obblighi normativi europei e alle aspettative crescenti del mercato. Redigerlo non è solo un adempimento formale, ma un’occasione per avviare un percorso di trasformazione culturale e strategica dell’organizzazione, orientato a generare impatti positivi duraturi.
2. Chi è obbligato a redigerlo: aggiornamenti 2024 post-Omnibus
La normativa europea si è evoluta negli ultimi anni. Dopo la Non Financial Reporting Directive (NFRD), il 2022 ha visto l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che ha ampliato notevolmente la platea di aziende obbligate.
Nel marzo 2024, l’Italia ha recepito formalmente la direttiva tramite il decreto Omnibus, definendo meglio alcune soglie, esenzioni e tempistiche, soprattutto per le PMI quotate e le aziende non-UE attive in Europa.
Le soglie principali sono:
- ≥1000 dipendenti (non più 250 come inizialmente previsto dalla CSRD)
- Ricavi netti ≥50 milioni € oppure Totale attivo ≥25 milioni €
Queste soglie si riferiscono a due esercizi consecutivi, quindi chi supera i criteri nel 2024 e 2025 dovrà iniziare a rendicontare dal 2026. Ad oggi giugno 2025 la normativa è ancora in revisione da parte della Commissione Europea e ci saranno maggiori certezze entro la fine del 2025.
3. Tempistiche e scadenze del bilancio di sostenibilità
🗓 Anno di esercizio | 🏢 Aziende coinvolte | 📅 Primo bilancio ESG | 🔍 Assurance obbligatoria (attestazione revisore) | 📘 Note aggiornate Omnibus |
---|---|---|---|---|
2024 | Aziende già soggette alla NFRD (grandi quotate con ≥500 dipendenti) | 2025 | Limited assurance dal 2025 | Nessuna modifica |
2025 | Grandi imprese UE con ≥1000 dip. e bilancio ≥25M€ o ricavi ≥50M€ | 2026 | Limited assurance dal 2026 | Soglia dipendenti alzata (da 250 a 1000) |
2026 | Aziende non-UE con fatturato UE ≥150M€ + filiale/branch significativa | 2028 | Limited assurance dal 2028 | Rinvio di due anni per le multinazionali extra-UE |
2027 | PMI quotate (non micro), enti di credito piccoli, assicurazioni non complesse | 2028 | Facoltativa, possibilità di opt-out fino al 2030 | Slittamento confermato, con maggiore flessibilità per le PMI |
2028+ | Aziende indirettamente coinvolte (es. catena fornitura, investitori, volontari) | Variabile | Non obbligatoria, ma richiesta di fatto dai grandi clienti | Coinvolgimento crescente anche senza obbligo diretto |
2030 (target) | Tutti i soggetti obbligati a ESRS dovranno passare da limited a reasonable | — | Reasonable assurance diventa standard per tutti | Maggiore responsabilità per auditor e qualità dei dati ESG richiesta |
4. Quali standard usare
Le aziende soggette a obbligo devono utilizzare gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), sviluppati da EFRAG. Gli standard ESRS coprono:
- Ambiente: emissioni, biodiversità, uso risorse
- Sociale: diritti umani, parità di genere, lavoro dignitoso
- Governance: etica, anticorruzione, gestione dei rischi ESG
Le PMI quotate potranno usare una versione semplificata: ESRS for VSME, attesa entro fine 2024.
5.Quali sono i vantaggi di redigere un Bilancio ESG volontario
Anche in assenza di obblighi normativi, redigere un bilancio di sostenibilità può offrire numerosi benefici alle imprese, trasformandosi in una leva strategica per lo sviluppo futuro. Ecco sei motivi concreti per cui ha senso iniziare questo percorso:
- Accesso agevolato a finanziamenti e bandi: sempre più istituti di credito e fondi pubblici legano l’erogazione di capitali a criteri ESG. Un bilancio di sostenibilità ben fatto rappresenta una prova concreta dell’impegno aziendale e può migliorare il rating di sostenibilità, facilitando l’accesso a linee di credito agevolato o bandi regionali, nazionali ed europei.
- Maggiore attrattività per clienti e partner B2B: molte grandi aziende stanno imponendo criteri ESG alla propria catena di fornitura. Disporre di un bilancio ESG consente alle PMI di candidarsi come fornitori affidabili, superando le barriere di ingresso in mercati sempre più selettivi.
- Gestione proattiva dei rischi: il reporting ESG aiuta a identificare, misurare e monitorare i principali rischi ambientali, sociali e reputazionali. In un contesto normativo e climatico sempre più instabile, questo approccio proattivo permette di prevenire criticità e migliorare la resilienza aziendale.
- Valorizzazione del brand e della reputazione: i consumatori premiano le aziende trasparenti e sostenibili. Comunicare in modo strutturato l’impatto dell’impresa consente di costruire una narrazione autentica e rafforzare il posizionamento sul mercato.
- Coinvolgimento e motivazione del personale: i dipendenti sono sempre più attenti all’etica dell’azienda per cui lavorano. Avere una direzione chiara su temi di sostenibilità stimola l’engagement, riduce il turnover e migliora il clima interno.
- Preparazione agli obblighi futuri: anche le aziende oggi escluse dall’obbligo saranno probabilmente coinvolte in futuro. Iniziare a redigere il bilancio di sostenibilità consente di testare strumenti e processi, formando il team e strutturando la raccolta dati senza pressioni normative.
In sintesi, il bilancio di sostenibilità volontario è molto più di un esercizio di comunicazione: è una decisione strategica che aiuta a costruire valore, migliorare la governance e posizionarsi come impresa responsabile in un mercato in trasformazione.
6. Conclusione
Il bilancio di sostenibilità non è più un'opzione. Sta diventando una prassi aziendale richiesta dal mercato, dalle istituzioni finanziarie e dalle filiere. Prepararsi ora significa trasformare un obbligo in un’opportunità strategica.
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